La giungla degli additivi alimentari nell’industria del food

Cibo spazzatura per eccellenza, da evitare a tutti i costi.
Cibo spazzatura per eccellenza, da evitare a tutti i costi. Soprattutto educhiamo i ragazzi ad evitare questo tipo di dolciumi.

Gli additivi alimentari sono ampiamente utilizzati nell’industria del cibo, ma sono sostanze alle quali fare attenzione, perché spesso hanno effetti collaterali sulla nostra salute. Sono sostanze aggiunte agli alimenti per esaltarne, “abbellirne”, prolungarne o migliorarne le caratteristiche e le qualità.

Ritengo possa essere importante saper decifrare la tabella degli ingredienti prima di decidere se acquistare o meno un prodotto. Per legge, devono essere riportati, a chiare lettere o, meglio, con l’apposita sigla, sull’etichetta del cibo che li contiene.

Quando un prodotto contiene additivi, l’etichetta deve riportare alcune informazioni.

  • La categoria (conservanti, acidificanti, antiossidanti…).
  • Il nome dell’additivo (acido sorbico, lecitina, cera d’api…) o il codice europeo (E 220, E 322, E 901…).

Gli ingredienti e gli additivi sono elencati, in ordine decrescente, in funzione della quantità contenuta nel prodotto.

A volte si tratta di sostanze presenti in natura che hanno l’obiettivo di esaltare il sapore di un cibo e che non hanno conseguenze sul benessere dell’individuo, altre volte, invece, abbiamo a che fare con elementi di sintesi, che dovrebbero essere oggetto di prudenza.
La legislazione europea ammette più di 300 additivi, fare un po’ di chiarezza fra di essi ci consente di evitare acquisti di prodotti potenzialmente pericolosi e di dare un segnale indiretto al’industria alimentare, favorendo o meno il successo di un determinato prodotto.
Già negli anni 70 furono vietati moltissimi additivi di sintesi che si erano dimostrati palesemente tossici, dopo questo primo sfoltimento sono rimasti ancora moltissimi ingredienti di dubbia salubrità.

Questa lista non è esaustiva, vorrei aggiornarla man mano che ottengo nuove informazioni; è stata redatta in modo che sia facilmente consultabile anche durante l’acquisto dei prodotti. Esistono comunque delle app sviluppate apposta, in ogni caso riporto un elenco di siti che merita la nostra attenzione:

I coloranti alimentari

E100-E199: sono i coloranti naturali o artificiali.

E122 Azorubina, che conferisce un colore rosso con sfumature bluastre. In alcuni Paesi europei, come la Norvegia, la Svezia e l’Austria, è proibita, perché le associazioni dei consumatori ritengono che costituisca una sostanza pericolosa per la salute, soprattutto per gli individui che soffrono di asma e che sono intolleranti all’aspirina, agli antinfiammatori e ai farmaci antifebbrili.

E127 Eritrosina, che troviamo in genere nelle caramelle, nei gelati e nella frutta sciroppata. A dosi elevate potrebbe far aumentare il rischio di incorrere nei tumori alla tiroide.

E131 Blu Sulfano, dà un colore blu scuro. Può determinare l’insorgere di allergie, di prurito, di nausea e di ipotensione. Inoltre in alcuni soggetti si sono manifestati degli shock anafilattici.

I conservanti alimentari

E200-E299: sono i conservanti, le sostanze aggiunte agli alimenti per contrastarne il deterioramento e l’azione di batteri e muffe.
E249-E252: sottocategoria da tenere d’occhio costituita dai nitriti e nitrati; a concentrazioni elevate sono cancerogeni.
E212 Benzoato di Potassio, se viene combinato con la vitamina C, può formare il benzene, che è cancerogeno.
E240 Formaldeide, utilizzata in molti ambiti, provoca il cancro nei roditori; inoltre è capace di interferire con i legami tra il dna e le proteine.

Gli antiossidanti alimentari

E300-E322: antiossidanti, hanno lo scopo di contrastare gli effetti dell’ossidazione degli alimenti provocata da luce e aria
E300-E303: sottocategoria degli ascorbati, se presi ad alte dosi, possono provocare diarrea, carie e calcoli renali. Si trovano soprattutto nella carne in scatola, negli insaccati, nelle conserve di pesce, nelle confetture, nei budini, nei succhi di frutta, nelle caramelle e nella birra.
E307-E309: sottocategoria del Tocoferolo di sintesi, si trova nella margarina, nella maionese e nel burro. Ad elevate dosi può provocare disturbi renali e macchie sulla pelle.
E621 Glutammato Monosodico, è da evitare: esaltatore della sapidità di alcuni alimenti, ha effetti potenzialmente dannosi per la salute.
Può provocare fenomeni di allergia, che rientrano in quella che è stata chiamata “sindrome da ristorante cinese“. Nella cucina asiatica si fa un ampio uso di questo ingrediente che possiamo ritrovare soprattutto nei cibi confezionati e in quelli già pronti. I sintomi più comuni sono il mal di testa e la sensazione di debolezza.

I polifosfati

E450-E452: polifisfati da evitare, utilizzati negli alimenti di scarsa qualità per la loro capacità di trattenere acqua nei cibi. Le preoccupazioni sul loro utilizzo riguardano la possibile interferenza sull’assorbimento di alcuni minerali, soprattutto il calcio. Il consumo elevato di questi additivi potrebbe infatti interferire con il processo di calcificazione ossea.

I solfiti

E220-E228: solfiti, sono sostanze conservanti che possono rivelarsi rischiose per la salute: assunti in concentrazioni elevate, possono provocare mal di testa, reazioni allergiche e problemi respiratori. Li troviamo soprattutto nel vino, dove sono presenti in maniera naturale in seguito alla fermentazione alcolica. Gli individui possono sviluppare in qualsiasi momento della loro vita una particolare sensibilità ad essi. Gli esperti pensano che la sensibilità vari da persona a persona, quindi non si conosce quale sia la soglia minima in grado di scatenare una reazione allergica.

I dolcificanti

E951 Aspartame: tra i dolcificanti è uno dei più conosciuti, ma anche uno dei meno affidabili. Secondo recenti studi potrebbe avere effetti cancerogeni. Più esattamente può essere definito come un edulcorante, usato in Europa in moltissimi prodotti, come le bevande, le gomme da masticare, la pasticceria, i latticini e i dietetici. Ha un elevato potere dolcificante e apporta poche calorie. Più che altro si deve badare a quanto se ne assume: la dose accettabile ammessa è pari a 40 mg/kg/giorno (kg indica il peso corporeo).

I correttori di acidità

E325-E385: queste sigle comprendono i correttori di acidità; meglio evitare.
E338-E343 sottocategoria costituita dai derivati dell’acido fosforico, pericolosi “ladri” di calcio. Quest’acido, se assunto a dosi elevate, è in grado di interferire con il metabolismo del calcio.
E380 Citrato ammonico, dovrebbe essere completamente evitato perché i suoi effetti non sono stati chiariti: il rischio è quello di tossicità per l’organismo.

Gli emulsionanti e gli addensanti

E400-E495: sono gli emulsionanti e gli addensanti, sostanze utili per dare più consistenza agli alimenti.
E407 Carragenina, si trova nei gelati, nella maionese, nei budini, nelle caramelle, nelle carni in scatola e nella frutta candita. Gli esperti hanno un’opinione controversa su questa sostanza, la quale potrebbe avere degli effetti cancerogeni. In forti dosi potrebbe causare anche coliti ulceranti.
E414 Gomma arabica, si trova nei prodotti dolciari da forno, nelle salse e nelle creme per pasticceria, in individui sensibili, per esposizione professionale, ha determinato l’insorgenza di asma e riniti.
E102 Tartrazina è la sigla di una sostanza da cui tenersi alla larga quando si scelgono i prodotti alimentari da acquistare, un composto sintetico potenzialmente responsabile di numerosi disturbi, dall’asma, alla rinite, fino all’emicrania e al cancro.